All’interno della tenuta Fontanafredda, Guido Ristorante è ormai un’istituzione non solo locale ma anche a livello nazionale, una stella Michelin ed uno Chef ormai ben noto, Ugo Alciati. Erede di una straordinaria tradizione gastronomica, Alciati propone una cucina piemontese ‘a modo suo’ che coniuga il suo estro agli insegnamenti della nonna, una che il vitello tonnato amava farlo arrosto, dimostrando già allora un’evidente propensione alla sperimentazione ragionata. Grazie a materie prime d’eccellenza come funghi, tartufi, formaggi e carni, quella di Guido Ristorante è un’immersione nella cultura di Langa che parte dalla suggestiva tenuta Fontanafredda, un piccolo mondo antico fatto di orti e noccioleti da cui raccogliere gli ingredienti necessari alla creazione dei piatti e dai noti vigneti da cui nascono i grandi vini presenti nella cantina del ristorante. Il ristorante ha sede nella splendida Villa Reale di Tenuta Fontanafredda ed è tutt’ora possibile, a fine pasto, visitare alcune stanze ancora arredate con mobilio originale e perfettamente conservate. Le sale sono molto eleganti e l’atmosfera è sicuramente influenzata dagli ampi locali e da quadri con le immagini del Re Vittorio Emamnuele II e della Bella Rosina. Lampadari di cristallo che pendono sontuosi dai soffitti e un vecchio caminetto in marmo completano un arredamento in armonia con la storia del posto. Ho trovato incantevoli le ceramiche e le tavole apparecchiate con delicata eleganza; il menu con copertina colorata era perfetto vicino ai piatti decorati. Non potevo non inaugurare la cena in un ristorante di questo calibro con il vitello tonnato in versione Guido Ristorante, tagliato al coltello. La presentazione era letteralmente adorabile, colorata e fine. Originale anche nella disposizione della salsa tonnata all’interno delle fette di vitello arrotolate su se stesse. Il piatto si è rivelato all’altezza delle mie aspettative, uno delle migliori versioni di vitello tonnato che ho mai mangiato nelle Langhe. Ho proseguito la cena con un altro pezzo forte locale: tagliatelle ‘ai 30 rossi’ con tartufo bianco d’Alba. Meravigliosi, semplicemente sublimi! Gustosi e delicati, giusto tripudio di esaltazione del tartufo bianco. Riguardando questa foto vorrei essere di nuovo lì in questo momento per mangiarlo di nuovo! Per chi volesse un’alternativa sono sicuramente molto particolari gli Agnolotti di Lidia al tovagliolo, da gustare con le mani uno alla volta come delle piccole prelibatezze. Il secondo: faraona arrostita, patè di fegatini e salsa al marsala. Tra i dessert molto invitante le pere al forno con amaretto morbido e zuppa di cioccolato; delizioso e per chi ama l’abbinata pere-cioccolato (come me) da provare sicuramente!
Molto interessante l’abbinamento di scaglie di parmigiano con gocce di balsamico e qualche foglia di tartufo bianco: qui è il Re indiscusso dell’autunno langhirolo.
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August 2021
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