Un giorno caldo di inizio giugno, il mio compleanno, un’isola della laguna veneziana, Mazzorbo, vicina di casa della forse più celebre e colorata Burano a cui è collegata da un piccolo ponte. Un tempo famosa per la sua importanza commerciale l’isola di Mazzorbo ha ospitato alcuni palazzi della nobiltà veneziana e oggi è famosa anche per le coltivazioni di ‘castraure’, i frutti delle piante del carciofo. La mia visita al ristorante Venissa si preannunciava già come un evento del tutto speciale. L’edificio moderno del ristorante (al quale si affianca l’Osteria Contemporanea) si può raggiungere dalla strada che proviene dall’isola di Burano oppure, come è capitato a me, passando attraverso i vitigni che si trovano nel contesto della tenuta, un passaggio del tutto peculiare che fa dimenticare per un attimo di trovarsi nel pieno della laguna veneziana (1). La fortuna della giornata calda e soleggiata mi ha permesso di godere del pranzo nel patio che si affaccia proprio sui vitigni (2). Lo chef di Venissa, Francesco Brutto, è stato premiato nel 2017 come miglior giovane chef italiano e, insieme a Chiara Pavan gestisce una cucina dove l’avanguardia è il fil rouge dell’offerta gastronomica di un ristorante stellato accolto in una location italiana più unica che rara. La mia scelta è ricaduta sul menù degustazione articolato in un percorso in 5 piatti. Il primo piatto arrivato mi è sembrato subito bellissimo da vedere: orata cruda con scorzonera e fiori di sambuco, una delicatezza infinita quasi come una carezza al palato (3). Ma se l’orata era elegante la vera reazione ‘wow’ arriva con la presentazione di sua maestà la capasanta con kefir, santoreggia e basilico; accolta nella sua conchiglia come una regina sul suo trono è sicuramente uno delle composizioni più raffinate che abbia mai visto (4). La seconda trance prima del dolce ha previsto un primo piatto di ravioli di bietola, burro di artemisia, pinoli ed erbe di laguna (5); a tal proposito è da sottolineare come nella tenuta crescono numerose e varie erbe spontanee, come salicornia e acetosella, che vengono raccolte e usate direttamente in cucina (6). La triglia infine si presenta come un quadro di Pollock (7): accompagnata da carote, finocchio di mare ed aneto è un vero tripudio di colori e creatività. Infine i dolci che hanno sugellato un pranzo memorabile. Il tricolore rappresentato nel dessert a base di fragola, rabarbaro e timo è decisamente un dolce di carattere con dei sapori perfettamente in armonia tra loro (8). Per ultimo un piccolo tributo alla pasticceria italiana in un unico composizione (9): meringa (in alto a destra), zuppa inglese (a sinistra) e, nel piattino, cannolo siciliano (a sinistra) e cassata (a destra).
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August 2021
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