Nel piccolo e suggestivo borgo medievale di Erice, zona nord occidentale della Sicilia, c’è una donna speciale, la cui storia mi ha davvero molto emozionato e, forse ancora di più, la sua frutta martorana, la genovese e le granite. Maria Grammatico rimase orfana del padre quando aveva 11 anni, venne mandata in convento di clausura dove scoprì un mondo di duro lavoro. Dopo aver trascorso nel Convento di San Carlo ben 15 anni e dopo aver fatto propria l'arte pasticcera conventuale decide di aprire un piccolo negozietto nel quale far rivivere tutte le conoscenze acquisite. E così, grazie alla sua volontà di sperimentare e creare, il suo piccolo laboratorio è diventato un punto cardine della tradizione ericina e trapanese. A Erice i dolcetti a base di pasta di mandorle sono stati a lungo la principale fonte di guadagno per le suore laiche del Convento di San Carlo, che qui si prendevano cura di bambine e bambini provenienti da famiglie in difficoltà e se queste prelibatezze sono giunte fino ai giorni nostri il merito è proprio di donne come Maria Grammatico che in quel convento sono cresciute e, uscite, hanno continuato praticarne l'arte. Da lei farete forse un po’ di fila ma, credetemi, ne vale proprio la pena. Io ho avuto la fortuna di essere quasi sola nella pasticceria e di intravederla al lavoro nel suo laboratorio. Non mancate di assaggiare la frutta martorana e le granite, sono da perdere la testa! Questo è uno dei motivi per cui se avete in programma un viaggio nella Sicilia nord occidentale non dovete dimenticare una sosta ad Erice, una giornata è sufficiente per scoprire tutti i suoi piccoli angoli suggestivi, dare un’occhiata ai negozi di artigianato locale e ammirare il panorama circostante.
Sappiate che la vista panoramica da un’altitudine di 750 metri senza nulla intorno può essere davvero sorprendente! Potrete scrutare un’orizzonte lontano, fino alle saline di Marsala e le isole Egadi.
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August 2021
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