‘Kanpai’, un’esortazione a svuotare il contenuto del nostro bicchiere pieno di una bevanda alcolica che si esclama spesso nelle izakaya (tipici locali giapponesi dove sedersi a bere sake e birra dopo il lavoro). E il ristorante Kanpai a Milano mi ha senza dubbio ricordato certe strade di Tokyo sia per l’atmosfera, sia per la scelta di piatti e anche per i sake assaggiati. Ma non solo sake, da Kanpai vi consiglio di provare anche i cocktail in carta da abbinare ai piatti, ad esempio il Gaijin Americano (bitter alla fava tonca, vermouth rosso al bergamotto, liquore allo yuzu, tè genmaicha) letteralmente una ventata di profumo inebriante appena arrivato al tavolo, un po’ amaro sul finale, ottimo in accompagnamento allo Tsukemono (tipici sottaceti della cultura giapponese) e con il Kaarage (frittura di coscette di pollo marinate allo zenzero, sake, salsa di soia, aglio con maionese allo yuzukoho) assaggiato anche in versione con riso e verdure di stagione. Ottimi anche i Gyoza di verdure: ravioli cotti alla piastra ripieni di cavolo, piselli, edamame, carota e ravanello bianco. Sanran Karakuchi è un sake fresco e di buona bevibilità che vi porterà per un attimo tra le strade di Shinjuku a Tokyo (come le figure disegnate sul muro), ottimo abbinato ai bao (che buoni) ripieni con chashu (pancetta di maiale). Umeshu, un liquore ottenuto dalla macerazione delle ume (prugna ancora acerba verdolina) nel sake, perfetto con il Dorayaki (pankakes farciti con crema di fagioli rossi) e un gelato al matcha.
Potreste assaggiare anche un sake alternativo per il dolce, il Daruma Masamune, un sake invecchiato dal sapore fragrante che ricorda il miele, davvero interessante.
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August 2021
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