Per un amante dell’enogastronimia italiana una visita nelle Langhe non può prescindere dal visitare alcune delle più famose cantine italiane e degustare forse l’uva più buona che abbiamo nel Belpaese: il Nebbiolo. La mia scelta per il sabato mattina per inaugurare un weekend gourmet è ricaduta sulle cantine Ceretto in località Alba. Riccardo Ceretto, originario di Valdivilla (frazione di Santo Stefano Belbo) fonda la Casa Vinicola Ceretto ad Alba negli anni '30. Negli anni '60, Bruno e Marcello, i figli di Riccardo, selezionano e acquistano vigneti nelle Langhe e nel Roero, tra i quali alcuni dei migliori cru di Barolo e Barbaresco per la vinificazione e commercializzazione dei loro vini. Una loro frase celebre: "Siamo per la terra al cento per cento, la cantina certo un poco conta, comunque i grandi vini si fanno con l'uva". E questo sicuramente traspare entrando nel grande edificio che domina le colline langhirole; dall’esterno un poco massiccio, la sala dove si attende per iniziare la visita è dominata da finestre ampie con una vista pazzesca sui filari dei vigneti e dal famoso ‘acino’, la struttura a forma di metà di acino d’uva che è una sorta di terrazza che affaccia su filari di vigneti a perdita d’occhio; nel mio caso la fortuna ha voluto che la giornata uggiosa e nebbiosa regalasse, insieme ai colori caldi delle foglie, un paesaggio autunnale del tutto caratteristico e peculiare di questa zona. Alla fine degli anni ’80 la famiglia Ceretto sceglie un antico casolare alla porte di Alba, trasformandolo gradualmente nel suo quartier generale. Questa tenuta chiamata Monsordo Bernardina, legata storicamente alla storia d’amore
fra Vittorio Emanuele II e la Bella Rosina, diventa nel giro di pochi anni il centro nevralgico dell’azienda; qui si concentrano, infatti, oltre le operazioni legate alla produzione e all’affinamento di alcune delle più importanti etichette aziendali, le attività amministrative e commerciali, gli uffici e il magazzino. Sono più di 30 gli ettari vitati che circondano la cascina
e ospitano varietà tradizionali ed internazionali, tutte coltivate secondo forti principi di sostenibilità ambientale. Tradizione in casa Ceretto fa rima con innovazione
ed ecco che sull’onda
della spinta creativa, nel 2009, nasce appunto L’Acino, una installazione permanente affacciata sulle belle vigne, che fa da corollario ad un moderno spazio per l’accoglienza e per la promozione del territorio. E vi confesso che fare degustazione in queste sale luminose affacciate su tale panorama è davvero qualcosa di indimenticabile. La visita si snoda tra il cortile esterno e le sale con le botti in legno mentre la guida racconta la storia dalla nascita dell’azienda ai giorni nostri. Si passa quindi alla fase di degustazione che per mia grande soddisfazione è stata ricca di assaggi di diverse tipologie di vino. Ceretto Langhe Arneis DOC Blangè 2016 Nato nel 1985, il “Blangè” fu tra le prime grandi scommesse di Bruno e Marcello Ceretto. Pensare ad un bianco, nel grande momento dei rossi, fu infatti un’intuizione geniale. Il primo appezzamento fu acquistato sulle colline di Vezza d’Alba, un luogo che con il passare del tempo si sarebbe rivelato ideale alla perfetta maturazione di questo raro vitigno autoctono. Il Langhe Arneis DOC “Blangé” 2015 di Ceretto di è un bianco fruttato, naturalmente elegante. Giallo paglierino chiaro, con un leggerissimo perlage. Al naso esprime netti sentori fruttati, di mela e di pera in particolare. Fragrante, sapido, secco e piacevolissimo chiude con un finale decisamente fresco, che invita al riasaggio. Ceretto Barolo Brunate DOCG 2013 La vinificazione avviene in vasche di acciaio termocondizionate o in cemento, mentre il processo di maturazione prosegue in botti di rovere di Slavonia di media e grande capacità (20 - 50 Hl) per almeno tre anni. Il Barolo Brunate DOCG - Francesco Rinaldi & Figli è una delle etichette di punta dell’azienda, e ha tutto il diritto di esserlo. Dopo l’imbottigliamento continua a migliorare in eleganza ed armonia per molti anni: è un ottimo vino da dimenticare in cantina per almeno tre o quattro anni, ma se si riuscisse ad attendere ulteriormente, le sorprese potrebbero essere maggiori, peraltro senza essersi prosciugati il portafogli. Rosso rubino con riflessi granata, tendente all’aranciato con il passare degli anni. Ricco di frutto - prugne e ciliegie nere soprattutto -, ha anche sentori di cuoio, catrame e liquirizia. All’assaggio è strutturato ed esplosivo, caratterizzato da bei tannini, che promettono chiaramente di sostenerlo per ancora molti anni. Ceretto Barbaresco Bernadot 2015. Il Barbaresco DOCG “Bernadot” di Ceretto è un vino rosso fermo strutturato ed elegante prodotto con uve provenienti da un piccolo Cru delle colline di Treiso. Al naso ha sensazioni profonde ed eleganti con note floreali e fruttate, con sentori di visciole e tabacco; una grande struttura e tannini rotondi. È un vino particolarmente piacevole, profumato, pulito, ma anche energico e forte, assolutamente da provare. Affina 24 mesi in tonneau e botti grandi. Vino rosso robusto e corposo, necessita di un minimo di ossigenazione per dischiudere tutti i suoi profumi profondi e complessi ed esaltarne l’evoluzione nel calice. Di ottimo equilibrio, perfetto da abbinare a grigliate, pasta al sugo di carne, carne rossa in umido, formaggi stagionati e erborinati. Ceretto Barolo 2014. Il Barolo Ceretto nasce da uve provenienti da vigneti vocati nei comuni di La Morra, Barolo e Serralunga, in provincia di Cuneo. Si ottiene interamente da uve Nebbiolo vinificate a temperatura controllata in vasche di acciaio per 14-15 giorni con macerazione a contatto con le bucce. Terminata la malolattica, il vino affina per 12 mesi in tonneaux di rovere e poi per ulteriori 12 mesi in botte prima di essere imbottigliato. Il Barolo Ceretto si presenta di un colore rosso brillante con sfumature granate. Al naso si apre con sentori di petali di rosa, spezie e amarene sotto spirito. Al gusto regala un tocco intenso, equilibrato e rotondo. Perfetto in abbinamento con piatti strutturati come un carrè di agnello con patate arrosto. Ceretto Barbaresco 2015. La tradizione in Langa non è quella del Cru. Pare strano perché le Langhe sono la prima e più vasta area produttiva che è stata completamente mappata, già dalla fine degli anni 90, con l’individuazione sulla cartina di tutti i Cru, ovvero i nomi delle colline, delle vallette, delle rocche, insomma di tutti gli appezzamenti che avevano un nome proprio storico e una rilevanza propria. Si pensi a Cannubi ad esempio, un nome in uso ancor prima che fosse “inventato” il Barolo. Tutti questi Cru, possono essere indicati in etichetta, quali menzioni geografiche aggiuntive, ad una condizione, che le uve provengano da quello specifico Cru riportato sulla bottiglia. La tradizione invece, storicamente non era quella. Si usava e si usa ancora, mischiare i vini provenienti da più Cru, per avere dei vini più equilibrati e pronti prima. Infatti ogni appezzamento, ogni differente vigna, ha caratteristiche peculiari diverse e, a volte, quelle caratteristiche hanno bisogno di tempo per esprimersi appieno. Attingendo invece da diverse vigne si cerca l’equilibrio, possibilmente anche in giovane età. È questo il caso del Barbaresco Docg di Ceretto, un vino biologico, frutto della fermentazione di uve provenienti dai Cru Asili a Barbaresco e Bernadot a Treiso. L’apporto delle due vigne consente di avere un Barolo dal grande equilibrio e sorprendentemente pronto molto in fretta. Il Barbaresco docg di Ceretto è un grande vino rosso che rappresenta la perfetta espressione della tradizione piemontese. Granato al punto giusto, elegante all’olfatto, apre con note fruttate e balsamiche, speziate e floreali. Il palato è un gioco di equilibri tra la finezza tipica del Cru Asili e la carnosità data dalle uve del Bernadot di Treiso. Il finale è lungo, persistente, molto elegante. Ceretto Nebbiolo d’Alba Bernardina.
Il Nebbiolo d’Alba Bernardina nasce nella storica tenuta di Monsordo-Bernardina, situata al confine con il territorio vocato alla produzione di Barolo, suo fratello maggiore. Le uve Nebbiolo vengono raccolte circa nella seconda metà di ottobre per poi essere pigiate e vinificate in vasche di acciaio. La macerazione avviene a temperatura controllata per circa 15 giorni mentre l’affinamento avviene in botti di legno per 12 mesi. Il Nebbiolo d’Alba Bernardina sipresenta di colore rosso granato scarico, con lievi sfumature mattonate, tipiche di questa nobile uva. Al naso spiccano note di sottobosco, potpourri di fiori e spezie dolci. In bocca, il palato è soddisfatto da un tannino elegante e da una chiusura vellutata. Esprime il meglio di sè abbinato ad un tagliere di formaggi stagionati o a secondi di selvaggina.
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August 2021
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