Un mercoledì di dicembre a pranzo, a Parigi splende un bel sole invernale ed io raggiungo il celebre ristorante Arpège con la metropolitana, molto curiosa di provare i piatti celebri di questo famoso ristorante tre stelle michelin dal 1996 e di incontrare lo Chef Alain Passard. Mi accomodo al mio tavolo da sola, pronta per iniziare il viaggio di degustazione e come consuetudine, decido di evitare l’accompagnamento del vino per non appesantire un menù che si prospetta ricco di portate e per avere tutte le papille gustative dedicate ai sapori del cibo che ho nel piatto. L’inizio è stato coloratissimo. Amuse bouche di piccole torte con creme a base di carote, barbabietole e piselli. Tripudio di verdure e di sapori. Il vero primo piatto è stato il famoso uovo dello Chef Alain Passard e posso al momento dire che è certamente uno dei miei tre piatti preferiti finora assaggiati in questi anni di esperienze gastronomiche in ristoranti di alto livello. Viene definito uovo caldo-freddo per il contrasto di temperature che si possono apprezzare nello stesso assaggio che si porta in bocca; il tuorlo giallo è fatto bollire in acqua calda poi cosparso di erba cipollina e crème fraiche con aggiunta di sciroppo d’acero e fleur de sal. Al palato i sapori del turlo caldo e gustoso si combinano con la crema fredda e con la dolcezza dello sciroppo d’acero, una sensazione meravigliosa che vorresti non finisse mai. Sono poi passata al raviolo ripieno di verdure autunnali immersi in un brodo ambrato; consistenza perfetta e sapore deciso ma delicato, ho molto apprezzato la presentazione in una ciotola molto elegante e luminosa, davvero raffinato. I piatti poi arrivano in successione uno dietro l’altro, crema di formaggi con pezzetti di kiwi, finto sushi di barbabietola con rafano e omelette di verdure gratinate con parmigiano e petali edibili. Due piatti degni di menzione a parte sono le quenelle calde di capesante ottenute compattando insieme diverse unità di capesante su una crema delicata di radici di liquerizia e salsa di vino bianco e un meraviglioso carpaccio di capesante. E la finta tartare di barbabietole con purè di carote e foglie verdi. Tra i dolci due sono rimasti nel mio cuore, il Mont Blanc con crema di castagne e la torta di mele. Durante la seconda metà del pranzo è arrivato in sala lo Chef che si è messo a girare tra i tavoli e a conversare con i suoi ospiti, rendendosi disponibile a spiegare i piatti, la sua filosofia, il suo amore per questo lavoro…e ovviamente a scattare qualche foto per immortalare una giornata speciale per chi ha l’occasione di sedersi ai tavoli dell’indimenticabile Arpège.
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August 2021
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